14/04/2022

Formazione continua incentivata per i docenti: Bianchi prepara la strada al middle management. Ma i sindacati protestano

Uno dei punti più contestati dai sindacati del piano per il reclutamento presentato dal Ministro Bianchi riguarda la formazione continua incentivata, alla cui base c’è una scuola di alta formazione per i docenti con il fine di istituire un percorso a step, ognuno di essi diviso in 4 anni, che consentirà di istituire la formazione continua alla quale legare gli aumenti stipendiali. Si tratta della base che dovrebbe portare al middle management.

La bozza della riforma prevista da Bianchi, gli dedica in effetti ampio spazio: “Al fine di promuovere e sostenere processi di innovazione didattica e organizzativa della scuola e rafforzare l’autonomia scolastica, la Scuola di Alta formazione di cui all’articolo 16- bis, nell’ambito delle proprie disponibilità, avvia programmi di formazione continua incentivata per attività formative inerenti alle figure professionali responsabili nell’ambito dell’organizzazione della scuola delle attività di progettazione e sperimentazione di nuove modalità didattiche“.

Pertanto, “nell’ambito delle prerogative dei propri organi collegiali ogni autonomia scolastica individua le figure necessarie ai bisogni di innovazione previsti nel Piano triennale dell’offerta formativa, nel Rapporto di autovalutazione e nel Piano di miglioramento della offerta formativa“.

Quindi, “al fine di incentivarne l’accesso” alla formazione “è previsto un meccanismo di progressione salariale accelerata per gli insegnanti di ogni ordine e grado del sistema scolastico. Al superamento di ogni percorso di formazione si consegue in maniera anticipata la progressione salariale prevista dalla contrattazione nazionale attualmente legata esclusivamente all’anzianità di servizio, che rimane integralmente vigente“.

Per Bianchi, l’occasione sarà buona per inserire a scuola il concetto di carriera, tema che sfocia nel middle management.

Voglio segnalare il ruolo importante dei dirigenti scolastici e anche della struttura del middle manager, che deve reggere il lavoro dei dirigenti. Noi dobbiamo affrontare il tema avendo molto chiaro il ruolo fondamentale della scuola: l’educazione“,  ha detto recentemente Bianchi.

Dobbiamo avere un’amministrazione più efficiente e più capace di interpretare i tempi. Si creano delle gabbie che per essere operative devono essere agili“, aggiunge.

Ai sindacati non piace assolutamente il metodo, anche perché le questioni che attengono alla carriera, la formazione e gli scatti stipendiale afferiscono alla sfera contrattuale e non ad un decreto legge sul reclutamento.

Duro il commento della Flc Cgil: “sulla carriera dei docenti il Ministro Bianchi ha illustrato l’introduzione di un nuovo sistema da realizzare con il decreto: una proposta indecente che la FLC CGIL ha subito rigettato come irricevibile. Siamo di fronte infatti, alla solita invasione delle materie contrattuali dove, senza peraltro parlare di risorse, si vorrebbe introdurre per legge, saltando il tavolo negoziale, una serie di misure come accelerazione di carriera e formazione per il cosiddetto “middle management” e l’introduzione di nuove figure professionali“.

I temi del reclutamento e della formazione iniziale e quelli della carriera e degli incentivi vanno affrontati separatamente, perché questi ultimi due attengono alla sfera contrattuale”, tuona Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, al termine dell’incontro.

Bene l’intenzione di rafforzare e rendere sistematica la formazione in servizio, e non abbiamo preclusioni a possibili ricadute della formazione anche in termini di valorizzazione professionale e retributiva“, osserva Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola, che però avverte: “ma si tratta di temi squisitamente contrattuali, non accettiamo l’ennesima invasione di campo legislativa su materie che vanno discusse al tavolo negoziale. Chiediamo piuttosto al Ministro, oltre che di sostenere con coerenza il Patto per la scuola, che fine ha fatto l’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto, nel quale peraltro erano contenuti spunti interessanti proprio in materia di formazione e valorizzazione della professionalità“. 

Anche il presidente ANP, Antonello Giannelli, commenta la questione: “Il provvedimento, infatti, allude a generiche funzioni di sistema rapportate, in realtà, a figure effimere che non contribuiscono a strutturare le scuole e a intercettare la volontà di mettersi in gioco dei tanti docenti che costituiscono, nei fatti, la struttura del middle management“. 

Chi invece approva la proposta del Ministro dell’Istruzione è Ancodis, l’associazione dei collaboratori dei dirigenti scolastici: “Ci sembra un inizio di attenzione al tema della progressione non più unicamente connessa all’anzianità di servizio. L’idea di aprire le “gabbie stipendiali” e incrementare gli stipendi con nuovi criteri ci appare interessante e soprattutto coerente a un moderno modello scolastico che deve tenere conto di TUTTI i punti di forza che caratterizzano la professione docente“.

Secondo il Presidente Rosolino Cicero, “oggi è il tempo della franchezza comunicativa e della chiarezza delle posizioni: la funzione docente deve essere riconosciuta giuridicamente e contrattualmente nella sua specificità ma anche per la complessità che la scuola autonoma richiede, deve rientrare in un sistema di valutazione condiviso e trasparente fondato sull’autonomia scolastica, deve prevedere un dinamismo interno capace di soddisfare le aspirazioni di chi decide di vivere la scuola con nuovi tempi e nelle diverse modalità.

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